Finalmente a distanza di 18 mesi dall’insediamento della nuova
Giunta di centro-ds, un presidente dell’ASET SPA si accorge che
sul fronte della raccolta differenziata, le cose vanno abbastanza male.
Non poteva essere diversamente, dal momento che per due anni nulla è
stato fatto per incoraggiare, e per incentivare i cittadini a rispettare
le regole.
Perchè l’Aset si accorge solo ora che nel Centro Storico
solo una minima parte dei residenti partecipa alla raccolta differenziata
dei rifiuti (al 25%), attuata con il metodo porta a porta?
Perché dopo il difficile lavoro di sensibilizzazione iniziale
si è lasciato che la scarsa collaborazione di pochi diventasse
l’abitudine di molti?
Perché non si sono fatte rispettare le regole, applicando anche
le multe nei confronti dei trasgressori?
Ora sembra che il Presidente dell’Aset voglia correre ai ripari,
nominando un “ispettore ecologico” che avrebbe il compito
di far rispettare il regolamento comunale sullo smaltimento dei rifiuti.
Ma sebbene questo proposito (vedremo quando diventerà operativo,
visto che sono sei mesi che se ne parla!) vada nella giusta direzione,
l’attuale amministrazione comunale è colpevole di uno stallo
pericoloso sulle scelte di una moderna e lungimirante politica di gestione
dei rifiuti. Nel convegno del 22 ottobre scorso (“Dal consumismo
alla decrescita: politiche per la riduzione, la raccolta, il riciclo
e il riuso dei rifiuti urbani”) è emerso chiaramente dalla
testimonianza del rappresentante del Consorzio CEM Ambiente di Cavenago
Brianza, che è possibile raccogliere ed indirizzare al recupero
ed al riuso almeno il 70% dei rifiuti urbani se si applica in maniera
efficace ed intelligente il metodo della raccolta domiciliare integrata.
Ma per fare questo occorre una volontà precisa ed investimenti
specifici in attrezzature ed impianti, il cui costo potrà essere
recuperato negli anni successivi in risparmi sui costi di ampliamento,
o di costruzione di una nuova discarica.
Non sembra che i programmi dell’attuale presidenza dell’Aset
vadano in questa direzione, nonostante la raccolta differenziata complessiva
ammonti al 19%, mentre l’obiettivo minimo, stabilito dal Decreto
Ronchi, era del 35%. A fronte di questi dati desolanti sembra che la
Giunta Aguzzi non voglia scucire un centesimo per nuovi investimenti,
e consentire quindi l’estensione ad altri quartieri della raccolta
porta a porta, proprio mentre nella vicina Pesaro parte un progetto
pilota dello stesso tenore di quello avviato per Fano.
Senza nulla togliere ai ritardi ed alle colpe dell’amministrazione
pesarese sulla gestione dei rifiuti, ora Pesaro rischia di surclassare
Fano anche in questo settore.
Ciò che ci preoccupa, è che questa politica “dello
struzzo” è funzionale a chi vuole costruire l’inceneritore,
fregandosene dell’ambiente, della salute dei cittadini, del peso
delle tariffe, con l’unico scopo di fare i propri affari (leggi
HERA SPA). Ecco che la politica di un anomalo centro destra si sposa
con quella di un centro sinistra arroccato nell’olimpo delle suo
monopolio amministrativo: le dichiarazioni di Matteo Ricci di pochi
giorni fa sono esemplari! L’Associazione La Lupus in Fabula ha
offerto fin dall’inizio la propria collaborazione su questo tema
alla Presidenza dell’Aset, chiedendo anche un Forum permanente
sulle politiche di gestione dei rifiuti. Ma se l’intenzione dell’amminisrazione
fanese, come di quelle dei maggiori enti pubblici provinciali, fosse
quella di affossare la raccolta differenziata per promuovere l’inceneritore,
ci batteremo con tutte le nostre forze per contrastarla.
Fano, 01/01/2006
Associazione LA LUPUS IN FABULA Onlus